Ideogrammi, caratteri e simboli nella scrittura cinese
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Registrati gratisScrittura cinese, questa sconosciuta! Quanti sono affascinati dagli ideogrammi e dai caratteri cinesi? Sono così amati da essere diventati dei simboli di arredamento, decorazione e di estetica in generale: basti pensare a quanto siano ormai bistrattati nel campo del body-painting e dei tatuaggi. Sono così apprezzati dagli occidentali perché nascondono un fondo di mistero, essendo una tecnica di scrittura completamente diversa da quella concepita in occidente. Con questo breve blog, vogliamo rendere gli ideogrammi e i caratteri cinesi sicuramente non meno affascinanti, ma forse un po’ meno misteriosi, andando a spiegare le origini, le caratteristiche, le differenze con gli ideogrammi delle altre lingue e fornendoti qualche curiosità.
Quanto ci affascinano i caratteri cinesi? Essi possono essere definiti come i simboli di base della scrittura cinese, tali da non poter essere suddivisi ulteriormente in unitá morfologiche ancora piú piccole; essi sono anche detti ideogrammi o logogrammi e sono caratterizzati dal fatto che ogni unitá rappresenta un morfema.
Nel dizionario cinese Kangxi sono presenti ben 47.035 caratteri, peró in seguito agli ultimi aggiornamenti, si puó parlare addirittura di 56.000 caratteri. Niente paura! Neanche i nativi cinesi sono in grado di memorizzarli tutti: ad esempio un giovane laureato arriva ad impararne circa 3.500, mentre un uomo colto, ad esempio un professore universitario, non supera i 6.000 caratteri. In ogni caso, in Cina la soglia dell’alfabetizzazione coincide con la conoscenza di almeno 2.000 caratteri!
Quando vi approcciate ai caratteri cinesi é importante che sappiate che il significato di ognuno di essi é riconoscibile dalla sua forma; la pronuncia, di conseguenza, dipende dal tono e dal contesto, infatti lo stesso carattere puó essere pronunciato in maniera diversa a seconda della situaizone in cui si trovano gli interlocutori. Una delle caratteristiche di base dei caratteri cinesi é quella secondo cui ad ogni carattere corrisponde generalmente una sillaba, e il suo significato dipende non dalla presenza di suffissi o declinazioni, ma dalla posizione che esso copre all’interno della frase.
Il 96% dei caratteri cinesi é costituito da aggregati logici e da composti fonetici: i primi sono segni che risultano dalla combinazione di piú elementi che indicano il significato del carattere, i secondi invese sono dei composti di due elementi, uno dei quali indica l’area semantica di appartenenza e l’altro la sua pronuncia; il restante 4% circa dei caratteri, infine, deriva direttamente dai singoli pittogrammi, ossia dei veri e propri segni grafici che rappresento l’oggetto visivamente e fisicamente e non il suono della parola.
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L’origine dei caratteri cinesi é molto antica: i primi simboli risalgono alle iscrizioni oracolari del neolitico (II millennio a.c.). I primi veri e propri precursori della scrittura cinese, infatti, sono stati gli sciamani, a cui era affidata la previsione di particolari eventi naturali o di manifestazioni della volontá delle divinitá. In un primo periodo, gli sciamani facevano derivare le proprie previsioni proprio dall’interpretazione delle forme assunte dalle crepe presenti su ossa di animali, una volta rinvenuti dalle fiamme (essendo considerato, il fuoco, il tramite tra il mondo terreno e quello ultraterreno).
In seguito, gli stessi oracoli iniziarono a transcrivere le proprie previsioni e gli auspici relativi agli argomenti piú disparati, sulle stesse ossa o su gusci di tartaruga, imitando la forma delle crepe e dando ad ogni segno un significato specifico. Un esempio tipico é quello del simbolo del drago: nelle iscrizioni piú antiche esso veniva rappresentato con una forma allungata, molto simile a quella di un serpente. Con il passare del tempo é diventato piú complesso e ricorda maggiormente la forma di un drago.
Quanto detto risale alla dinastia Shang e con il passare del tempo, quegli stessi segni si sono semplificati e sono stati codificati in veri e propri caratteri; moltissimi segni antichi sono tutt’ora riconoscibili nel significato ma solamente pochissimi sono stati mantenuti e si sono evoluti in caratteri attuali e correntemente utilizzati.
La riforma della scrittura cinese sotto il primo imperatore Qin ha avuto un forte influsso sull’evoluzione dei caratteri: infatti essi, per la prima volta, sono stati resi standardizzati sulla base di regole grammaticali e fonetiche precise e tassative. Fu proprio quello il periodo in cui le forme di scrittura piú antiche entrarono completamente in disuso.
Parlando di riforme, un’altra molto importante per l’evoluzione della scrittura cinese e dei caratteri é stata quella indetta da Mao Zedong nel XX secolo durante la Repubblica Popolare cinese, con l’introduzione dei caratteri cinesi semplificati con l’obiettivo di combattere l’analfabetismo cinese delle masse.
I caratteri cinesi semplificati non sono altro che caratteri piú semplici, che hanno lo scopo principale di agevolare la scrittura e la lettura dei caratteri cinesi. Alcuni possono derivare da caratteri tradizionali e ne costituiscono una mera semplificaizone, come nel caso della parola “libro” che da 書 si trasforma in书 (molto piú semplice). Altri caratteri, invece, sono stati completamente reinventati, senza derivare da altri caratteri giá esistenti, sebbene la loro forma non viene stravolta completamente rispetto al carattere col significato corrispondente. Un esempio tipico é quello del carattere 龜 che diventa 龟, ossia “tartaruga”.
Come avete capito dalle spiegazioni precedenti, i caratteri tradizionali sono tipicamente piú complessi e in alcuni casi hanno anche delle varianti grafiche, che peró sono state eliminate nel cinese semplificato.
Attualmente in Cina sono in vigore i caratteri semplificati anche se nelle scuole si impara ancora il cinese tradizionale, ma effettivamente non tutti i cinesi sono in grado di capirlo. Ci sono ancora delle realtá, peró, in cui il cinese tradizionale é parlato e scritto correntemente; alcuni esempi sono Hong Kong e Taiwan, dove si rifugió il vecchio governo cinese dopo la salita al potere di Mao Zedong.
Nel cinese moderno esiste sempre lo stesso rapporto tra carattere e sillaba: ad ogni carattere corrisponde una sola sillaba. Ma come in tutte le regole, anche in questo caso c’é l’eccezione, infatti alcuni caratteri cinesi sono “polisillabici”, ossia che sono associati non ad una, ma a due sillabe. Generalmente, essi derivano dalla fusione grafica di caratteri indipendenti. Molti di essi sono stati creati per tradurre le unitá di misura occidentali.
Ben diverse sono poi le legature, ossia delle produzione di carattere artistico che hanno lo scopo di combinare gradicamente diversi caratteri, sebbene questi si leggano comunque nel modo originale. Si tratta, peró, di caratteri non originali! Ricordate che le sillabe sono tantissime ma di numero finito, quindi é difficile ma non impossibile!
Gli ideogrammi complessi sono completamente diversi da quelli analizzati fino ad ora. Essi sono anche detti “caratteri associativi” e non sono altro che degli ideogrammi costituiti da piú parti, che assumono particolari significati grazie alle associazioni semantiche che si possono effettuare. Con la perdita dell’aspetto originario della maggior parte dei caratteri, a causa dell’evoluzione della grafia, in molti casi é complicato riconoscere il contributo che i diversi componenti danno alla parola o al concetto finale. A ogni modo, con un po’ di allenamento sarete capaci di memorizzarli e leggerli correttamente.
Chi non studia il cinese fa spesso confusione tra questi due argomenti, pensando che siano la stessa cosa. Nulla di piú sbagliato! Essi, infatti, sono legati a due concetti completamente diversi e hanno anche origini differenti.
Per definizione, i pittogrammi sono dei simboli che indicano degli oggetti e si distinguono dai fonogrammi, che invece indicano dei suoni. Essi hanno origini antichissime: i primi pittogrammi che sono stati rinvenuti risalgono a prima del 3000 a.C. e sono stati associati alle culture Elamite e Sumere. Essi possono avere le forme piú disparate e acquisiscono il significato dell’oggetto che rappresentano. Ad esempio, il disegno di una mano significa, appunto, “mano”. Nella scrittura cinese, la maggiorparte dei pittogrammi costituisce l’insieme dei tratti originali dai quali derivano i caratteri attuali. Un esempio é quello del “bocciolo”, da cui derivano i caratteri che significano “primavera”.
Gli ideogrammi, invece, come si capisce dalla parola stessa, sono dei simboli che trasmettono un’“idea” legata al concetto che si intende esprimere. Per riprendere l’esempio di prima, il disegno di una mano in questo caso significherebbe non piú la parola “mano”, bensí la parola “dare” o “salutare”. Quindi, possiamo concludere affermando che i pittogrammi cinesi sono gli “antenati” degli ideogrammi cinesi, che attualmente costituiscono le vere e proprie “lettere” della lingua cinese.
Strano ma vero, la lingua cinese non ha un alfabeto, infatti questa é la piú importante caratteristica distintiva tra il cinese e il giapponese o il coreano. La cosa piú simile alle lettere dell’alfabeto, nell’idioma cinese, sono le sillabe che corrispondono ad uno specifico carattere, ma a livello generale esse non seguono un ordine specifico.
Tutt’altra cosa é il cosiddetto pinyin, che non é altro che un programma di trascrizione utilizzato dai cinesi per scrivere la pronuncia dei caratteri, facendo riferimento alle lettere occidentali. Esso é stato riconosciuto come standar internazionale e sistema di trascrizione ufficiale nella Repubblica Popolare Cinese. Per essere precisi, il pinyin é un sistema di romanizzazione, ossia un metodo di scrittura di caratteri cinesi latini che include una notazione fonetica, attraverso l’utilizzo di sillabe composte da lettere latine.
Esso é utilizzato soprattutto per armonizzare alcuni documenti al contesto internazionale, o per translitteare nomi e parole su carta stampata o su siti internet, oppure per utilizzare la tastiera americana del computer.
Curiositá
Una cosa simpatica da sapere riguarda il fatto che i cinesi, una volta imparato, tendono a non usarlo piú. Infatti ad esempio, le persone anziane non sono piú in grado neanche di leggerlo, perché usano direttamente i caratteri.
Per chi non ha dimistichezza con le lingue orientali il cinese, il giapponese e il coreano potrebbero sembrare uguali, soprattutto per ció che concerne la lingua “scritta”. In realtá le tre lingue sono molto diverse tra loro, soprattutto perché non sono della stessa famiglia linguistica: il cinese é una lingua sinotibetana, mentre il giapponese e il coreano, secondo le teorie piú accreditate, sono considerate delle lingue altaiche.
Inoltre, come abbiamo giá accennato sopra, il cinese si distingue dalle altre due perché é l’unica lingua delle tre a non avere un alfabeto, concepito alla “maniera occidentale”. Una cosa molto curiosa riguarda il fatto che uno dei tre alfabeti giapponesi ha origine da antichi caratteri cinesi, quindi probabilmente questo é uno dei motivi per cui i non esperti confondono le due lingue.
É anche vero che, talvolta, nella “parlata scritta” giapponese e coreana é possibile trovare caratteri cinesi: é una pratica piuttosto diffusa e viene praticata qualora un carattere giapponese o coreano sia difficile da comprendere o da contestualizzare. Le cause di tali “infiltrazioni” del cinese nelle altre lingue orientali sono di carattere storico: la Cina, infatti, nel tempo ha sempre avuto un influsso politico sui Paesi circostanti (tra cui Giappone e Corea).
Molti caratteri sono stati inoltre adottati in cinese con il significato che hanno assunto in giapponese o coreano per esprimere concetti propri di quelle civiltà, trascurandone totalmente la pronuncia. L'assenza di una stretta relazione tra pronuncia e scrittura dei caratteri ha così reso possibile il loro utilizzo in lingue tra loro molto diverse e senza altri punti di contatto.
La calligrafia per la cultura cinese ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale, proprio grazie alla radicata arte della scrittura. Infatti essa puó essere definita l’arte di scrivere i segni di un linguaggio. Ovviamente, possiamo trovare delle regole di calligrafia in tutte le lingue esistenti, ma potete immaginare il perché per alcune lingue come quelle orientali, essa sia cosí importante, tanto da assottigliare il confine tra scrittura e pittura, concedendo anche un ampio margine di espressione artistica.
Attualmente, nelle tecniche di calligrafia si sta sviluppando maggiormente la cosiddetta “callligrafia a penna”, ossia l’arte di scrivere utilizzando una penna a sfera o una normale penna, ma tutti sanno che la calligrafia tradizionale e piú artistica é quella prodotta con l’uso del pennello. Generalmente, coloro che sono abituati a scrivere con la penna non sanno usare il pennello e viceversa, dal momento che le tecniche sono veramente molto diverse.
La calligrafia tradizionale con il pennello viene realizzata su carta di riso o addirittura sulla seta. L’inchiostro utilizzato principalmente per questo tipo di manifestazioni di scrittura artistica adesso si trova in apposite bottigliette, giá in forma liquida, ma in principio questo veniva ricavato dallo sfregamento tra un bastoncino nero e la cosiddetta pietra dell’inchiostro: la polvere che derivava da tale sfregamento veniva poi diluita con acqua, ed il gioco era fatto! Questa pratica é diffusa ancora oggi, sebbene in maniera minore.
La calligrafia é sempre stata indice di alfabetizzazione della popolazione cinese, inoltre, la cultura della grafia é cosí radicata che esistono diversi stili di calligrafia, diversi modi di scrivere un carattere, e in moltissimi casi il calligrafo puó esprimere il proprio senso artistico, inventando uno stile assolutamente personale.
Quando parliamo di calligrafia, inoltre, non dobbiamo fare l’errore di credere che i caratteri possano essere realizzati secondo un ordine casuale delle componenti: ad esempio, se si deve realizzare un carattere a quattro tratti, si devono tracciare prima i due orizzontali, poi quello verticale e poi quello di chiusura; inoltre i tratti vanno sempre da sinistra a destra e dall’alto al basso, mai al contrario!
Curiositá
In Cina, per accedere alle alte cariche dello Stato é piú importante essere bravi nella calligrafia e quindi avere la capacitá di realizzare dei bei caratteri piuttosto che la capacitá di produrre un contenuto valido e interessante.
La pittura cinese é una delle tradizioni artistiche piú antiche del mondo e ha delle caratteristiche che la distinguono completamente dalla tradizione artistica occidentale, essendo anche molto legata al mondo della calligrafica. L’obiettivo degli artisti cinesi é sempre stato quello di esprimere l’unitá tra uomo e cosmo, l’importanza delle emozioni e del sentimento, il dinamismo della natura. L’oggetto e il contenuto delle opere d’arte cinesi é stato “codificato” nel V secolo dallo scrittore e storico dell’arte cinese Xie He, che stabilí i “sei principi della pittura cinese”, ossia i sei elementi che definiscono un dipinto:
La pittura cinese é molto vicina all’arte della grafia, anche perché all’interno delle opere di pittura possono essere rinvenute poesie, storie e racconti; inoltre gli artisti cinesi non usano apporre la loro firma, come quelli occidentali, ma solamente il loro sigillo.
Nella tradizione artistica cinese possiamo distinguere diversi metodi di pittura:
La pittura cinese é piuttosto varia anche nei formati e nei temi; i primi variano principalmente tra quello del grande rullo, il formato orizzontale e la gamma. Per quanto riguarda i temi invece, i piú diffusi sono quelli di popoli, paesaggi, fiori, uccelli, mammiferi, insetti, pesci e opere architettoniche.