La grammatica inglese in materia di verbi é molto diversa da quella italiana. I tempi verbali sono differenti, la posizione dei verbi all’interno della frase cambia a seconda che si tratti di una forma interrogativa, affermativa o negativa, e la coniugazione degli stessi segue delle regole che si discostano da quelle alla base della grammatica italiana. Per alcuni versi potremmo dire che i verbi inglesi sono "piú semplici" di quelli italiani, dal momento che la loro coniugazione è generalmente uguale per tutte le persone verbali, tranne che per la terza persona singolare (e talvolta per la prima). Ma chi siamo noi per giudicare? Infatti sono molti gli utenti che cercano questo argomento sul web, soprattutto in materia di verbi irregolari. Se anche tu hai bisogno di chiarirti un po’ le idee, prosegui nella lettura.
I verbi inglesi si dividono in tre categorie principali: verbi regolari, verbi irregolari e verbi ausiliari, che potrebbero essere inseriti anche nel gruppo dei verbi irregolari, poiché seguono le stesse regole di base; in questo caso, peró, abbiamo preferito inserirli in una categoria a parte perché in quanto ausiliari, seguono anche delle leggi grammaticali autonome dalle altre classi di verbi. La differenza tra queste tipologie di verbi si basa principalmente sul metodo di coniugazione del verbo nei diversi tempi verbali. Nel caso dei verbi regolari, ad esempio, ci si basa su una regola fissa identica per tutti i verbi, quelli irregolari, invece, devono rispettare il proprio specifico paradigma.
Non bisogna dimenticare le opportune specificazioni rispetto alla posizione dei verbi all’interno della frase, che varia a seconda che si tratti di un’affermazione, di una negazione o di una domanda. Per tutti i riferimenti e gli approfondimenti, prosegui nella lettura!
Hai una domanda?
Segui lezioni di lingua online con un insegnante professionista
- Insegnanti madrelingua e verificati
- Lezione di prova gratis
- Materiale didattico incluso
Registrati gratis Anche per l’inglese, come per l’italiano e per le altre lingue indoeuropee, possiamo suddividere i tempi verbali in tre macrocategorie: passato, presente e futuro. Ovviamente, ognuna di queste presenta delle specifiche sottoclassi, sulla base di quello che si intende esprimere nella frase, ossia se si vuole spiegare che una certa azione é stata appena effettuata, oppure se si é in procinto di effettuarla ecc.
Ma procediamo per gradi. La macroclasse del presente é probabilmente la piú semplice, perché si divide solo in due sottoclassi:
- Simple present: traducibile come “presente semplice”, si tratta del tempo verbale idoneo ad esprimere un’azione, un’attivitá o uno stato dell’arte che si effettua o si vive abitualmente, privo di riferimenti al tempo che scorre o che é trascorso dalla prima volta che é stata effettuata quella specifica attivitá. Ad esempio, I live in Rome significa “vivo a Roma”, ora, non vi dico da quando, non vi dico per quanto tempo lo faró ancora, semplicemente esprimo uno stato dell’arte, una cosa che sono abituata a fare, in questo caso, vivere a Roma, appunto. Esempi simili sono I study economics (studio economia), I love tennis (amo il tennis), I have a cat (ho un gatto).
- Present progressive: traducibile come “presente progressivo”, é invece una forma verbale che esprime il fatto di agire nel momento stesso in cui si sta parlando. Puó essere tradotto come il nostro gerundio, e come in italiano esso si puó costruire solamente con la forma verbo essere+gerundio, in questo caso: to be+ing form; dove, l’ing form si forma aggiungendo il suffisso “-ing” all’infinito del verbo. Ad esempio, I am eating pizza, significa “sto mangiando la pizza”, in questo momento, mentre parlo. Altri esempi calzanti sono: I’m listening to music (sto sentendo la musica), he is working on his project (sta lavorando al suo progetto), they are having fun (si stanno divertendo) ecc.
Le forme verbali del passato sono le piú numerose e quelle che presentano il maggior numero di sfaccettature, cosí da poter esprimere intenzioni diverse nelle diverse situazioni. Esse sono principalmente le seguenti sei:
- Simple past: ossia il “passato semplice”, che corrisponde un po’ al nostro imperfetto e al nostro passato remoto; li contiene entrambi perché gli inglesi non fanno distinzioni in merito alla “quantitá” di tempo trascorso tra le azioni passate e il momento in cui si parla, ecco perché I played significa sia “giocavo” che “giocai”. Esso quindi, esprime un’azione o uno stato dell’arte che riguarda un tempo passato rispetto a quello in cui si sta parlando (o scrivendo), non ha valore progressivo e corrisponde alla forma passata del simple present. Ma come si forma? Il past simple per i verbi regolari si genera aggiungendo il suffisso “-ed” all’infinito del verbo. Niente di piú semplice! Ad esempio, I worked on that project (lavoravo a quel progetto), I played the piano (suonavo il piano), She wanted a cat (voleva un gatto) ecc. Per quanto riguarda la formazione del simple past per i verbi irregolari, rimandiamo ai successivi paragrafi sui verbi irregolari e sul paradigma dei verbi irregolari.

- Past progressive: ossia il “passato progressivo”, che corrisponde alla forma passata del present progressive; esso, infatti, esprime il progredire di un’azione che si stava effettuando in un preciso momento del passato, e si forma con la forma passata del verbo to be + la ing-form. Alcuni esempi potrebbero essere i seguenti: I was playing football when something strange happened (stavo giocando a calcio quando successe qualcosa di strano), I was eating pizza during the concert (stavo mangiando la pizza durante il concerto), she was listening to the music to relax after studing (lei stava sentendo della musica per rilassarsi dopo lo studio). Quindi é un tempo che specifica il momento in cui si é effettuata un’azione nel passato, immaginando di descriverla durante il suo procedere nel tempo.
- Present Perfect Simple: si tratta di un tempo verbale che corrisponde al nostro passato prossimo ed esprime il verificarsi di un avvenimento in un passato non troppo lontano, appunto, prossimo. Nello specifico, si tratta di un’azione passata che produce i suoi effetti anche nel presente, oppure che semplicemente é stata appena effettuata. In inglese si genera con la forma to have (al presente) + participio passato del verbo che si intende coniugare (che per i verbi regolari é identico al past simple). Ad esempio I have passed the exam (ho passato l’esame), she has danced tonight (lei ha ballato stasera) ecc.
- Present Perfect Progressive: si tratta della forma progressiva del Present Perfect Simple e ha la funzione di mettere in evidenza la progressivitá di un’azione appena effettuata. Esso si genera con la forma to have been + ing-form. Ad esempio she has been speaking (stava parlando), I have been whatching the tv (stavo guardando la televisione), they have been going to the station (stavano andando alla stazione).
- Past Perfect Simple: corrisponde al nostro trapassato prossimo ed ha la funzione di esprimere un avvenimento che si svolge prima di uno specifico momento nel passato, oppure un’azione che é stata effettuata nel passato e che produce ancora i suoi effetti nel presente. Esso si forma nel seguente modo: to have + participio passato (ossia past simple per i verbi regolari). Seguono alcuni esempi: I had talked with her (avevo parlato con lei), thay had tried it (loro lo avevano provato) ecc.
- Past Perfect Progressive: si tratta della forma progressiva del trapassato prossimo e serve ad esprimere il progredire di un’azione passata da molto tempo, immaginando peró di parlare di quel preciso momento del passato, ad esempio I had been speaking (stetti parlando), I had been watching (stetti guardando) ecc. Come tutte le forme progressive, anch’esso applica l’ing-form, peró in questo caso si accompagna all’had been, ossia alla forma passata dell’have been vista per il present perfect progressive.
Anche le tipologie di futuro sono numerose, ma abbiamo pensato di inserire nel blog solo le due piú importanti:
- Future I simple (will form): corrisponde al nostro futuro semplice e mette in evidenza delle azioni che si effettueranno in uno specifico istante di tempo nel futuro. Questo tempo verbale si forma apponendo la particella “will” prima dell’infinito del verbo che si intende usare; ad esempio I will send you a message (ti invieró un messaggio), I will pay you cash (ti pagheró in contanti) ecc.
- Future I simple (to be going to form): non ha un tempo verbale corrispondente in italiano, e ha la funzione di esprimere un’azione che sta per essere effettuata, un accadimento futuro ma molto imminente. Questo tempo verbale si forma aggiungendo all’infinito del verbo utile, la formula “to be going to”, che si potrebbe tradurre come “star per” ad esempio I’m going to close my book (sto per chiudere il mio libro), I’m going to finish my class (sto per finire la lezione) ecc.
Giá prima abbiamo nominato i verbi regolari, nel parlare delle forme al passato e al participio passato. Alcuni esempi sono:
- to talk
- to smile
- to travel
- to plan
Si tratta di verbi che rispettano le regole di base, appunto, per la formazione del past simple e del participio passato, aggiungendo semplicemente il suffisso –ed alla fine del verbo all’infinito. Ad esempio talked e smiled. Alcuni aggiuno una doppia alla fine dell’infinito, come travelled o planned, sulla base della regola secondo cui i verbi che finiscono per vocale seguita da una consonante raddoppiano la consonante prima di –ed.
Sui verbi irregolari non abbiamo detto ancora niente, dal momento che essi non seguono nessuna regola particolare. Essi, nello specifico, non sono soggetti all’applicazione della regola dell’-ed vista per i verbi regolari nella formazione del past simple e del participio passato, anzi essi devono rispettare un preciso paradigma. Si tratta di un modello di riferimento apposito per comprendere la precisa forma del presente, del past simple e del past participate di ogni verbo irregolare; pertanto, i verbi irregolari devono essere memorizzati per forza di cose! Di seguito vi forniamo il paradigma di qualche verbo irregolare piú rappresentativo:
- break, broke, broken (rompere)
- eat, ate, eaten (mangiare)
- do, did, done (fare)
- make, made, maden (fare, creare)
- give, gave, given (dare)
Ne esistono anche alcuni per cui tutte le tre voci sono identiche:
- cut, cut, cut (tagliare)
- put, put, put (mettere).
La coniugazione dei verbi in inglese é molto semplice ed intuitiva. Sono poche le regole da sapere:
- al presente il verbo viene coniugato in maniera identica per tutte le persone singolari e plurali, tranne che per la terza persona singolare, per cui generalmente si aggiunge una –s alla fine. Ad esempio, il verbo to talk:
I talk
You talk
He-She talks
We talk
You talk
They talk
- al passato (past simple) sia che il verbo sia regolare, sia che sia irregolare, esso viene coniugato allo stesso modo per tutte le persone (non c’é aggiunta della –s alla terza persona singolare).
- infine per il future simple con la “will form” la coniugazione é la stessa, senza nessuna distinzione per la terza persona singolare. Per quanto riguarda il futuro con la formula “to be going to”, rimandiamo alla coniugazione del verbo to be (essere) nel paragrafo successivo.
In inglese, come in italiano, i verbi ausiliari sono due: il verbo to be (essere) e il verbo to have (avere). Questi vengono utilizzati soprattutto nella formazione dei diversi tempi verbali: il verbo essere nella formazione dei diversi present e past progressive e nella formula to be going to del futuro, mentre il verbo to have viene utilizzato nelle varie forme del passato (Present Perfect Simple, Past Perfect Simple, Past Perfect Progressive).
Essi possono essere considerati verbi irregolari a tutti gli effetti, con un proprio paradigma:
- be, was-were, been (essere)
- have, had, had (avere).
La posizione dei verbi all’interno della frase varia a seconda del tipo di forma frastica:
- nella frase affermativa il verbo copre la seconda posizione, ossia dopo il soggetto (che deve essere sempre specificato): I want that bike (Io voglio quella bici), I need this glass (io ho bisgono di questo bicchiere) ecc.
- nella frase negativa il verbo copre la terza posizione, cioé dopo soggetto e formula “do not”: I don’t want that bike (io non voglio quella bici), I don’t need this glass (io non ho bisogno di quel bicchiere).
- nella frase interrogativa il verbo copre la terza posizione, ossia dopo il “do” e dopo il soggetto: do you want that bike? (vuoi quella bici?), do you need this glass? (hai bisogno di questo bicchiere?).
